Odontoiatria Conservativa

L'odontoiatria restaurativa (o conservativa) è la branca dell'odontostomatologia che si occupa della prevenzione e della terapia delle lesioni, sia congenite che acquisite, dei tessuti duri dei denti. Ha come obiettivi:

1) l'eliminazione dei fattori causali della malattia;

2) la motivazione del paziente ad un ottimale controllo della placca batterica ed a seguire una corretta alimentazione; 

3) l'intercettazione ed arresto, se possibile, delle lesioni decalcificanti iniziali mediante terapie non invasive e di rimineralizzazione;

4) la prevenzione delle lesioni cariose tramite misure non invasive (sigillatura dei solchi);

5) la terapia convenzionale delle lesioni dei tessuti duri per il mantenimento della vitalità pulpare e la prevenzione di futuri danni ai tessuti calcificati;

6) la restituzione di forma e funzione dei singoli denti;

7) l'integrazione estetica del restauro alla normale distanza di conversazione.

L'odontoiatria restaurativa, non accompagnata da attente misure di prevenzione e profilassi, risolve solo temporaneamente i problemi del paziente; le lesioni cariose, infatti, torneranno probabilmente a manifestarsi. È consigliabile, perciò, che le procedure restaurative siano accompagnate e seguite da misure di profilassi individuale.

Il trattamento restaurativo deve essere inserito in tempi corretti nell'ambito di un piano di lavoro che individui e colleghi tra loro i problemi del paziente: non deve essere unicamente focalizzato alla terapia delle lesioni cariose e deve prevedere:

1. la determinazione delle aspettative del paziente e la sua disponibilità ad affrontare le cure odontoiatriche. Alcuni pazienti considerano molto importante la salute e l'estetica del cavo orale; altri ricorrono solo a terapie d'urgenza, altri ancora rappresentano una via di mezzo tra queste istanze. La valutazione del paziente sotto questo profilo può dare validi suggerimenti circa il futuro grado di cooperazione che potremo attenderci durante e dopo le cure (igiene orale domiciliare e regolarità alle visite di controllo);

2. la diagnosi di tutte le lesioni cariose presenti e la determinazione, se possibile, del loro grado di attività. Una diagnosi corretta non può prescindere da un accurato esame obiettivo, eventualmente accompagnato dall'esecuzione di Rx bite-wing e, se indicato, dai test di sensibilità pulpare e dall'esecuzione di Rx periapicali;

3. l'identificazione delle condizioni del parodonto superficiale e profondo in relazione alla terapia restaurativa;

4. l'individuazione della situazione occlusale. Patologie occlusali eventualmente presenti possono influenzare la scelta di tecniche e materiali da utilizzare;

5. il piano di trattamento deve essere spiegato al paziente così come eventuali percorsi terapeutici alternativi. La carie dentale è una malattia che si può in larga parte prevenire. Un buon programma preventivo comprende sedute di igiene orale, sedute periodiche di controllo, applicazione di fluoro sia professionale che domiciliare (sciacqui, paste dentifricie, ecc.), istruzioni per il controllo domiciliare della placca e suggerimenti dietetici. I pazienti con superfici radicolari scoperte (recessioni gengivali, pazienti anziani...) sono maggiormente a rischio di carie della radice. Tali pazienti vanno motivati ad una igiene efficace ed alla auto-applicazione di fluoruri. Un aumentato rischio di carie è, altresì, presente in pazienti che assumono particolari farmaci o il cui flusso salivare, per diverse ragioni, sia ridotto. Una corretta diagnosi precede, ovviamente, qualunque terapia. In linea generale, la sola specillazione dovrebbe essere ridimensionata come valore diagnostico. Una buona ispezione visuale con i denti ben asciutti e liberi da depositi e pigmentazioni é in grado di offrire maggiori informazioni.

La carie dentale si può in larga parte prevenire; i programmi di prevenzione dovrebbero, quindi, precedere, accompagnare e seguire il trattamento conservativo. Una corretta diagnosi di carie e la determinazione della sensibilità pulpare deve precedere ogni procedura terapeutica. Eventuali problemi parodontali ed occlusali andrebbero valutati prima di intraprendere qualunque tipo di terapia conservativa. Tutti i materiali da restauro, i sottofondi e gli adesivi dentinali sono sensibili all'umidità. Un buon isolamento del campo operatorio riduce l'inquinamento batterico della dentina e protegge i tessuti molli da possibili eventi traumatici. Massima deve essere la limitazione dell'estensione cavitaria, compatibilmente con le tecniche ed i materiali scelti per il restauro. Le dimensioni della cavità sono direttamente proporzionali all'estensione del processo carioso. Le procedure di taglio dei tessuti duri vanno eseguite sotto abbondante getto d'acqua per evitare lesioni al complesso pulpo-dentinale. Un bordo cavitario liscio e senza fratture influenza particolarmente l'adattamento marginale del restauro, e, quindi, la sua durata nel tempo. Per questo motivo è necessario rifinire il margine con strumentario adeguato. La preparazione cavitaria deve essere la più conservativa possibile, compatibilmente con le tecniche ed i materiali scelti per il restauro. La rifinitura corretta dei margini è raccomandata in quanto migliora l'adattamento marginale ed influenza la durata nel tempo dei restauri. Un corretto isolamento del campo operatorio garantisce il risultato terapeutico.